Parodontologia

Caro Dott.  Giuseppe Grech,  mi chiamo Barbara, sono una signora di 42 anni e sia io che mio marito abbiamo letto tutti i suoi articoli, la seguiamo da sempre.  Quello che le vorrei domandare è un chiarimento sulla PIORREA. È una malattia che mi preoccupa molto dato che mi è stata diagnosticata diversi anni fa. L’unica cosa che mi è stata fatta è un igiene e mi è stato consigliato di utilizzare sempre il collutorio. Ma non vedo grossi miglioramenti, le gengive mi sanguinano sempre e i denti da diversi mesi sono soggetti ad una mobilità che mi preoccupa. Spero che risponda alle mia domanda … finalmente  potrò avere delle risposte!!!  Grazie

“La malattia parodontale , conosciuta comunemente con il termine obsoleto di “piorrea” è una malattia provocata dai microrganismi della placca batterica. È indicata con questo termine perché colpisce il parodonto, cioè l’insieme di strutture che circondano il dente e lo tengono attaccato all’osso”

  • A che cosa va incontro il paziente affetto da malattia parodontale?

“Se non curata l’infezione procede in profondità. La gengiva si allontana dal dente, creando delle vere e proprie tasche dove i batteri di accumulano. Così  il tessuto osseo viene distrutto, i denti perdono supporto e diventano mobili. Il paziente va così incontro alla perdita di uno o più elementi dentali”.

  • Quali sono i sintomi che devono far pensare di esserne affetti?

Purtroppo questa malattia provoca sintomi molto scarsi e quindi può progredire e aggravarsi senza quasi accorgersene. 

Per questo motivo è necessario sottoporsi  regolarmente a visite di controllo in modo tale che il dentista possa intervenire tempestivamente. Non bisogna aspettare che compaiano i sintomi tipici della malattia avanzata, come la mobilità degli elementi dentali, per farsi visitare. Ad ogni modo, i segnali che possono far sospettare la presenza della malattia sono gengive che sanguinano spazzolando i denti o mangiando cibi duri oppure, ancora più grave, gengive arrossate, gonfie o retratte”.

  • Come si cura la malattia parodontale?

“I trattamenti parodontali possono essere di tipo chirurgico o non chirurgico, in base allo specifico quadro clinico del singolo paziente. La fase non chirurgica è rappresentata dalla levigatura radicolare, cioè la rimozione della placca e del tartaro dai denti sopra e sotto il livello della gengiva. Molto importante, ovviamente,  è anche l’igiene orale domiciliare del paziente, fondamento irrinunciabile di ogni terapia parodontale. ”

  • Quando invece si esegue un trattamento chirurgico?

“Dopo un attento monitoraggio delle condizioni parodontali del paziente, attraverso la raccolta di specifici parametri clinici, si decide per un intervento chirurgico nel caso in cui il trattamento non chirurgico non ha portato a risultati soddisfacenti, come il guadagno di attacco clinico osseo”.

  • Qualora non si intervenisse chirurgicamente?

Le tasche tenderebbero ad approfondirsi, l’osso alveolare a riassorbirsi e qualora questa perdita fosse notevole, l’estrazione potrebbe essere l’unica terapia possibile.

  • E in cosa consiste l’intervento?

L’approccio chirurgico consiste nel rimuovere il tessuto malato (la tasca) e nel ricontornare i tessuti molli (gengive) e duri (osso alveolare) al fine di ottenere un’anatomia che permetta l’eliminazione permanente delle tasche, dei difetti ossei (crateri), e di favorire le manovre di igiene domiciliare. La tecnica chirurgia, nota come “Chirurgia ossea resettiva”, ha subito dei cambiamenti notevoli negli ultimi anni al fine di poter eliminare la patologia parodontale pur conservando un aspetto gengivale il più estetico ed atraumatico possibile.

Si passa poi(sempre nella stessa seduta) ad una chirurgia rigenerativa, ossia si utilizza  un innesto che viene poi ricoperto dai tessuti gengivali o da membrane protettive. L’innesto utilizzato in genere è osso autologo, cioè appartenente allo stesso paziente, o innesti sintetici prodotti in laboratorio che vengono poi ad essere sostituiti da tessuto osseo in pochi mesi.

  • Quali sono i benefici della “chirurgia rigenerativa”?

Il principale vantaggio è la ricostruzione del tessuto che è andato perso a causa della malattia parodontale o di altri processi patologici. Conseguenza della rigenerazione è la riduzione della profondità di tasca e una diminuzione o risoluzione completa delle recessioni gengivali.

  • Tutti possiamo ammalarci di malattia parodontale?    

“Diciamo che c’è una certa predisposizione familiare, ovvero se in famiglia ne soffrono si ha un rischio maggiore di svilupparla. Ci sono poi tutta una serie di fattori di rischio che si associano con più frequenza alla comparsa della malattia parodontale, come alcune malattie  tipo il diabete, e alcuni stili di vita,quali il fumo. Ma anche un forte stress. In generale il fattore eziologico della parodontite è la placca batterica e ogni individuo, se non cura la propria igiene orale domiciliare può andare incontro alla malattia parodontale. Ma diamo una classificazione precisa di questa malattia.

  • Parodontite Cronica

I segni clinici di parodontite cronica sono infiammazione gengivale, sanguinamento al sondaggio, perdita di attacco con formazione di tasca gengivale e riduzione dell’osso alveolare. Si manifesta come gengivite già nell’adolescenza, lentamente progressiva, che durante periodi di riduzione delle difese immunitarie presenta aggravamento acuto con associata perdita d’attacco. Nel corso della vita gli effetti patologici si cumulano, fino ad arrivare all’età adulta dove si palesano gli effetti distruttivi della malattia. L’entità di tale distruzione è in funzione dei livelli di placca, fumo, stress, diabete, efficienza del sistema immunitario. Il rischio di contrarre parodontite cronica è compreso tra 3 e 7 nei tabagisti; la risposta terapeutica in tali individui ha una prognosi più sfavorevole, e l’attenuazione dell’infiammazione indotta dal fumo tende a celare la reale gravità della patologia.

  • Parodontite Aggressiva

La parodontite aggressiva comprende rare forme di parodontiti caratterizzate da una progressione rapida. Si presenta generalmente come localizzata in età puberale, mentre la generalizzata è ancor più grave e colpisce principalmente i giovani adulti, ma anche pazienti più anziani. L’età non è comunque un buon discriminante per differenziare la forma cronica dalla aggressiva: condizioni igieniche particolarmente inadeguate possono causare la forma cronica anche nei bambini. Sia la forma localizzata che la generalizzata richiedono una predisposizione genetica, ma mentre la localizzata risulta insorgere per un’infezione da Aggregatibacter Actinomycetmcomitans, in quella generalizzata è più importante il ruolo del Porphyromonas gingivalis e del Bacteroides forsythus. Anche nella forma aggressiva il fumo è un fattore di rischio, specialmente delle forme generalizzate. La diagnosi di parodontite aggressiva si basa sul riscontro di rapida perdita di attacco e di distruzione ossea di pazienti positivi all’anamnesi familiare, e sproporzione tra depositi batterici e gravità della distruzione parodontale in assenza di patologie sistemiche rilevanti. Colpisce in maniera caratteristica soprattutto i primi molari e gli incisivi.

  • Parodontite Ulcero-Necrotica

La parodontite Ulcero-Necrotica è una patologia distruttiva del parodonto caratterizzata da papille e margini gengivali ulcerati e necrotici, ricoperti da un materiale pseudomembranoso giallognolo. È prevalente nei giovani (20-25 anni) dei Paesi in via di sviluppo. Le lesioni necrotizzanti si sviluppano rapidamente e dolorosamente, con facilità di sanguinamento, talvolta spontaneo. La necrosi gengivale, a carico delle papille interdentali, sprofonda nell’osso alveolare coinvolgendolo. Associati alla patologia possono manifestarsi tumefazione linfonodale, febbre, malessere generale. L’igiene orale è tipicamente molto scarsa, anche perché lo spazzolamento dentale risulta provocare un forte dolore. Il decorso è generalmente acuto, e dopo l’attenuarsi della sintomatologia possono presentarsi ricorrenti episodi di riacutizzazione. Non è stata individuata alcuna specie batterica in grado di provocare di per se la patologia, ed inoltre la patologia non è trasmissibile con i consueti mezzi di contatto. Piuttosto si propende a ritenere che l’effetto dei prodotti metabolici dei batteri della placca risulti esacerbato in concomitanza con malattie sistemiche (AIDS, leucemia, morbillo, varicella, tubercolosi), malnutrizione, fumo, stress, depressione, scarsa igiene orale.

  • I trattamenti chirurgico e non chirurgico sono trattamenti risolutivi?

“Il paziente parodontale deve sottoporsi ripetutamente a visite di controllo ogni sei mesi, effettuare regolarmente l’igiene orale professionale dal suo dentista e cosa più importante, avere una buona igiene orale domiciliare. Il rischio è la ricaduta. Infine è molto importante sapere che la malattia parodontale può essere trasmessa al proprio partner!!! ”.